A 200 anni dalla nascita una grande mostra su Giovanni Fattori a Piacenza
Sono circa 170, tra soldati, ritratti e vedute, le opere che, al centro XNL di Piacenza, raccontano la parabola artistica del pittore toscano, definito dai maggiori intellettuali del tempo come il “genio” dei Macchiaioli

Il confronto è con Piero della Francesca e Beato Angelico: nel libriccino che Emilio Cecchi dedica a Giovanni Fattori, 1933. Lo sguardo analitico, rigoroso del grande intellettuale, critico d’arte, trova le tracce di una vicinanza reale con alcuni dei più grandi artisti – toscani – del passato. Una “semplicità antica” che si coniuga meravigliosamente con la ricerca innovativa delle forme, dei colori, nella corrente dei macchiaioli, certo, ma con sensibilità complesse, legate alla storia, il Risorgimento, le molte rappresentazioni di soldati in battaglia, alla natura, la Maremma, i campi dorati e il mare, ma anche alla letteratura e a una ritrattistica più intima, familiare.
La mostra di Giovanni Fattori a Piacenza
E la grande mostra aperta ora a Piacenza nel vasto, prezioso spazio di XNL, nel cuore della città, celebra ora, nel bicentenario della nascita di Giovanni Fattori (Livorno,1825 – Firenze,1908), questo pittore tra i maggiori nel panorama figurativo dell’Ottocento europeo, centosettanta le opere esposte, titolo “Il genio dei Macchiaioli”, di speciale interesse la sezione dedicata alla grafica, disegni e sorprendenti acqueforti che comprensibilmente hanno avvicinato Giovanni Fattori a Goya. E resterà sicuramente come riferimento essenziale il catalogo, di speciale cura per l’analisi delle opere, la vita, l’attenzione alla collezione dei disegni, la fortuna critica, indagini tra parallelismi e reciproche influenze anche con autori apparentemente lontani.

La mostra di Giovanni Fattori allo spazio XNL di Piacenza
Nove le sezioni, per temi – i soldati, la vita militare, i ritratti, la maremma – ma anche per la ricerca formale, le modalità creative, la nascita della “macchia”, i disegni, impressioni di luce, en plein air…Ogni area rende possibile una comprensione d’insieme, ma c’è poi il piacere di soffermarsi su alcune singole opere; perfetto il ritmo visivo di Soldati francesi del ’59 o Tre artiglieri o, ancora, Bersaglieri con berretto rosso, dove sono le figure umane a svelare speciali scansioni spaziali dalle veloci e incisive chiazze di colore. Si resta poi incantati a osservare il movimento nei combattimenti, la partecipazione “fisica” dei cavalli, evidente in opere come: “La fanteria italiana alla Madonna della Scoperta”, “Grandi manovre”, “L’appello dopo la carica”.

L’interdisciplinarità del centro XNL mette in luce il legame tra Giovanni Fattori e il cinema
Ma, al di là dell’eccellenza della mostra, davvero di rara completezza, c’è il piacere di riconoscere la reale, rara interdisciplinarità di XNL, il centro di Fondazione Piacenza Vigevano che, inaugurato nel 2020, è suddiviso in tre sezioni dialoganti, arte, musica e, insieme, cinema e teatro, con “botteghe” di formazione che dal centro si spostano, per i festival, in periferie cariche di storia, Bobbio e Veleia. E un ampio spazio all’interno della mostra di Fattori è dedicato proprio al cinema che ha trovato nelle rappresentazioni dell’artista i modelli per le battaglie risorgimentali, per opere come Senso e Il Gattopardo, regia di Luchino Visconti. Ma si possono vedere frammenti anche di altri registi italiani, Blasetti, Rossellini, con suggestioni che vengono anche da lontano, Ford e Kurosawa.

A Piacenza le opere del pittore che oggi sarebbe bicentenario colpiscono per forza e passionalità
Immagine scelta per la mostra è il noto In vedetta. Il muro bianco, tre soldati a cavallo che trasmettono un senso d’attesa, quasi alla Buzzati, fuori dal tempo. Tra i ritratti quelli legati alla famiglia, come La terza moglie, in poltrona, circondata da quadri e cornici, o alla terra che più amava, di “buttero”, di “vecchio pescatore” e “lupo di mare”. In plain air la costa livornese, Castiglioncello. Di speciale luminosità Bovi al carro, Signora in giardino. Commoventi nella loro ridotta dimensione i taccuini ricchi di disegni a volte appena abbozzati, figure di uomini e animali, paesaggi, vedute, così come le opere dedicate a “L’ordinario quotidiano nella vita militare”, con soldati che riposano vicino alle tende, che leggono o scrivono lettere, ma anche in marcia, a piedi o a cavallo. Non avrebbe dimenticato Giovanni Fattori i sacrifici per le lotte d’indipendenza anche quando avvertiva, lui stesso e intorno a sé, sentimenti di disillusione, tradite molte speranze.
Valeria Ottolenghi
Libri consigliati:
(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati